martedì 23 ottobre 2012

Manzoni

Vita e opere

Nasce a Milano nel 1785 dal conte Pietro e da Giulia Beccaria, la figlia di Cesare Beccaria. Nel 1805 raggiunge la madre che vive a Parigi e abbraccia di nuovo la religione cattolica che aveva abbandonato quando era ragazzo. Alessandro muore a Milano nel 1873 e il compositore Giuseppe Verdi, nel primo anniversario della sua morte, gli dedica la sua “Messa da Requiem”.
Alessandro Manzoni, prima di scrivere “I promessi sposi” che leggiamo ancora adesso, ne ha scritto due versioni, “Fermo e Lucia”, nel 1820, e gli “Sposi promessi”. Non ancora contento a causa dell’influenza del dialetto lombardo, si trasferisce a Firenze a “lavare i panni in Arno” per adeguarsi al fiorentino, considerato la forma più corretta della lingua italiana. La lingua della versione definitiva diventò il modello dell’italiano scritto contemporaneo.
“I promessi sposi” sono innanzitutto un romanzo storico. La vicenda narrata da Manzoni si svolge tra la fine del 1628 e l'autunno del 1630, sulle rive del lago di Como nel ducato di Milano. Nell'introduzione al romanzo Manzoni afferma di aver ritrovato un antico manoscritto anonimo in cui vengono narrate le avventure di Renzo e Lucia e di essersi limitato a trascriverlo in una lingua più moderna. Manzoni ambienta il romanzo in un’epoca in cui Milano era soggetta agli Spagnoli perché vuole propagandare la necessità per gli italiani di combattere per una patria libera e indipendente.
Al contrario di Leopardi, per cui nei cieli c’è solo un “infinito silenzio”, per Manzoni la provvidenza divina interviene in ogni momento nella vita dell’uomo, anche se in modi che non sempre appaiono comprensibili. Alla fine, comunque, i buoni saranno premiati e i cattivi puniti.


I Promessi Sposi (trama)

In un paese nei pressi del lago di Como, don Abbondio ha una brutta sorpresa: a un bivio lo attendono due bravi, che per ordine di don Rodrigo, il signorotto del paese, gli impongono di non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglio e Lucia Mondella, minacciandolo di morte.
Il giorno successivo Renzo si presenta a casa del curato, che con una scusa riesce a rimandare il matrimonio di quindici giorni. Infuriato Renzo si dirige da Lucia, e la ragazza gli rivela di essere stata in precedenza infastidita da don Rodrigo. Giunge a casa della ragazza padre Cristoforo, il frate decide di affrontare don Rodrigo, questi reagisce alle sue richieste minacciandolo e scacciandolo con violenza.
Agnese, la madre di Lucia, propone ai due giovani di presentarsi da don Abbondio senza preavviso e di sposarsi davanti a lui. La ragazza si trova con la madre, Renzo e i due testimoni davanti alla casa di don Abbondio. Ma al momento di pronunciare la formula matrimoniale Lucia si confonde, dando al parroco la possibilità di chiedere aiuto.
Padre Cristoforo suggerisce ai giovani di fuggire. Lucia trova rifugio in un convento, Renzo va a Milano. In città però il giovane si trova coinvolto in una delle rivolte causate dalla carestia. Renzo sfugge all'arresto e di corsa si allontana da Milano diretto a Bergamo da suo cugino Bortolo. Scoperto il luogo dove si nasconde Lucia Don Rodrigo si rivolge all'innominato, un criminale potentissimo e intoccabile, per rapire la ragazza. Uno degli uomini dell'innominato convince la monaca di Monza a far uscire dal convento la fanciulla,che viene rapita e condotta al castello dell’innominato. Qui la terrorizzata Lucia supplica l’innominato di liberarla e fa voto alla Madonna di non sposarsi se uscirà viva da quella terribile situazione. Dopo un lungo colloquio con un vescovo, l'innominato cambia vita e decide di liberare Lucia.
Il passaggio dei soldati lascia nel territorio un'altra terribile conseguenza: la peste. Ben presto la peste colpisce decine di migliaia di persone che vengono portate dai monatti al lazzaretto; in città si diffonde la credenza superstiziosa che la malattia sia causata dagli untori. Il morbo contagia anche Don Rodrigo, che viene condotto al lazzaretto di Milano, e Renzo, che appena guarito decide di andare alla ricerca di Lucia. Giunto in città, scorge ovunque le tracce dell'epidemia e viene a sapere che anche Lucia è stata contagiata; scambiato per un untore, si salva dalla furia della folla saltando su un carro di monatti che lo portano al lazzaretto.
Lì incontra padre Cristoforo impegnato all'assistenza agli appestati, che gli mostra Don Rodrigo agonizzante. A questo punto Renzo si mette alla ricerca di Lucia che trova, convalescente ma ancora viva, mentre accudisce una vedova. La fanciulla gli spiega il motivo per cui non può più sposarlo e lui torna disperato da padre Cristoforo informandolo dell'accaduto! Il frate interviene subito e scioglie Lucia dal voto. Don Abbondio si offre di celebrare il matrimonio dei due giovani che subito dopo le nozze si trasferiscono con Agnese nel Bergamasco, dove Renzo acquista un filatoio.

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